Nell’ufficio l’aria condizionata è rotta, i muri sono scrostati, nessuno mi ha risposto al telefono nei giorni precedenti, sul sito gli aggiornamenti risalgono al 2017. Accanto alle scritte “obbligo di mascherina” e “vietato fumare” c’è lo sportello e dietro c’è il dipendente pubblico, che in quel momento rappresenta l’Italia, senza mascherina e con la sigaretta in mano che mi chiede “lei che deve fa’?”.
Glielo spiego.
Ho già saputo da diverse fonti che a causa del covid le pratiche sono ferme da mesi: oggi stanno smaltendo quelle di marzo. Io ho fretta, non posso aspettare. Non si tratta di una questione di salute ed è stata una mia mancanza ridurmi all’ultimo momento (a onor del vero sto fori de sei mesi e se me fanno un controllo so’ cazzi).
Mi manda dalla collega che se ne occupa. Riassumo la situazione in versione melodrammatica, cercando di toccare un po’ l’istinto materno un po’ quello sessuale della signora e quella alla fine dice “calcola che ce stanno tipo 5000 pratiche accumulate… comunque appena torna l’altra collega vediamo che se po’ fa’”. Per farla breve, mi avrebbero dovuto dare l’appuntamento a fine novembre invece me l’hanno dato per lunedì prossimo.
Vivo nel Fuckin’ Nordeuropa da dieci anni e lì una storia del genere non è pensabile. Nel bene e nel male. Non voglio scadere nello stereotipo sull’italiano brava gente allergico alle regole ma ho pensato che questo aneddoto lassù non lo capirebbero, ne sarebbero forse disgustati. E a me fa strano, ma lo sento così “cosy”.
L’italianità è una sensazione dolceamara, un modus vivendi che un po’ fa sorridere un po’ fa incazzare. Penso che siamo un popolo abbandonato a sé stesso, anche a causa di sé stesso, che se può aiutare l’altro – senza che l’altro gli causi troppi cacamentidicazzo – lo fa volentieri. Siamo egoisti quando abbiamo paura di perdere il poco che abbiamo ma sappiamo ascoltare, inventare, impegnarci, trovare soluzioni, barcamenarci, cercare il meglio nel peggio e soprattutto sappiamo ridere anche quando ci sarebbe da piangere.
Buone vacanze ai neri che hanno il ritmo nel sangue alle donne che non sanno parcheggiare e agli omosessuali che si sanno vestire molto bene.