Voices

6 Giu

Ci sono volte in cui senti che devi assolutamente fare una cosa ma c’è una vocina dentro che ti dice lascia perdere fai qualcos’altro.

Ma tu niente, devi decidere tu quello che va fatto, non sarà certo una vocina dentro che può dirti cosa fare, tu non prendi ordini da nessuno se non da te stesso. La vocina allora ti dice ué professo’ p’cché ‘nvece si siend’ na vucina rind’ a capa chi cazz’è? A ualler’ ‘e nonno ‘ngopp a stucazz’? La volgarità gratuita ti ha sempre infastidito quindi senza nemmeno sforzarti di capire cosa abbia detto te la prendi con la vocina cercando comunque di mantenere l’aplomb, ribadendole che tu sei libero di fare quello che vuoi, che non intendi rispondere alle provocazioni e soprattutto che non capisci il napoletano. Quella riprende e dice guarda magari abbiamo iniziato col piede sbagliato ma non puoi parlare di “te stesso” mettendo a tacere le vocine che hai dentro: te stesso è composto da tutte le vocine, a volte ne ascolti una a volte un’altra, ma ognuna di esse è parte integrante di te stesso. Pensi che il discorso fila e che quindi forse è il caso di ascoltare anche un’altra campana oltre a quella che diceva di fare assolutamente quella cosa mentre un’altra vocina ancora si sta domandando perché minchia dovresti avere una vocina che parla napoletano e a quel punto esce quella che dice ah perché sei uno di quelli che dice ah i napoletani, ah i romani, ah gli immigrati, ah i farmacisti, generalizzando così intere categorie senza analizzare minimamente gli individui e però la vocina che si domandava del napoletano dice ma che c’entrano i farmacisti e poi io ne facevo solo una mera questione geografica e linguistica e le altre due dicono si si vabbè e quella stizzita ma si si vabbè de che aò e insomma alla fine quella cosa che sentivi di dover assolutamente fare nel frattempo l’hai fatta comunque ma ovviamente male perché eri distratto dai tuoi battibecchi interiori.

Ecco.

Buona giornata a chi riesce ad ascoltare solo il proprio cuore perché quest’ultimo è un serial killer di vocine.

Ikigasti?

3 Apr

Ho iniziato a leggere un libro molto illuminante sulla ricerca del proprio Ikigai, che pensavo parlasse della disposizione dei mobili (invece quella si chiama haiku).

Per chi non sapesse cos’è, Ikigai è un termine giapponese intraducibile che indica l’assenza delle bestemmie mattutine e del rodimento di culo quotidiano. Arrivato a metà dell’introduzione mi sono addormentato e questo libro andrà ad aumentare il mio tsundoku (che è un termine giapponese intraducibile indicante le pile di libri non letti e però fa pensare a Son Goku) ma mi è rimasta impressa l’idea di fare chiarezza nel vortice di idee su quello che voglio fare da grande, cercare di strutturare le mie diverse inclinazioni, desideri, capacità e richieste esterne per riuscire a districarne un filo sensato e seguirlo verso un obbiettivo finalmente stabilito.

Il risultato è che ho aperto il vaso di Pandora chiamato “notes” e tra testi interessanti, idee stimolanti e sfide con me stesso, mi sono saltate all’occhio due parole affiancate, va a capire quando e perché me le ero segnate, che mi hanno spinto a creare questa cosa qui, di cui credo che il mondo avesse bisogno.

Screenshot 2023-04-03 at 12.48.20

Buona giornata a chi crede in sé stesso perché ha la fede e quindi non deve pensare.

–   –   –
Soluscions:
Scacco + Lando = Scaccolando

Aridatece la libertà

28 Mar

La libertà è un diritto fondamentale dell’essere umano. Ognuno deve essere libero di dire e fare quello che vuole.

Se ti danno fastidio due persone dello stesso sesso che si amano e magari desiderano formare una famiglia è giusto che tu faccia di tutto per impedirglielo; se non vuoi che delle persone disperate mettano a repentaglio la loro vita e quella dei loro figli vaneggiando una vita migliore, è tuo diritto renderlo illegale (ed è umano esultare ad ogni naufragio, e fatevela ‘na risata); se sei più informato della narrazione mainstream e sai solo tu che l’Ucraina è un paese corrotto e destrorso (tipo quale altro? Oddio aspe’…) fai bene a tifare Putin; se ti fa comodo muoverti anche per brevi tragitti con il tuo SUV perché non hai voglia di camminare nessuno deve dirti che forse inquini troppo; se ti aggrada usare la parola “negro” anche se non vuoi offendere nessuno perché comunque in rubrica hai un conoscente di origine africana, non puoi preoccuparti per l’estrema sensibilità di una certa fetta di popolazione.

Se per te l’unico Dio è quello cattolico, l’unica cucina è quella italiana, l’unica famiglia è quella tradizionale, gli unici valori sono quelli italiani (che poi vorrei capire quali cazzo sarebbero questi valori italiani di cui parla pure la pubblicità del parmiggiano? la mafia? le stragi di stato? il razzismo? il fascismo che dà dei fascisti agli altri? la corruzione? l’ignoranza? la carbonara fatta solo col guanciale?) e tutto ciò che si allontana da quello che tu ritieni giusto ti provoca disgusto, hai il sacrosanto diritto di batterti per salvare il tuo onore, i tuoi ideali e il tuo paese.

Perché se lasciamo i figli in mano a pervertiti dello stesso sesso o che ognuno possa scegliere il sesso che preferisce e vestirsi come vuole o che ci siano più kebabbari che trattorie o che il tofu sostituisca le nostre italiche braciole o che Maometto finisca nei presepi o che non si possa più dare del frocio a qualcuno o che se una è vestita da zoccola non le si possa più mettere la mano sul culo e se ci preoccupiamo più delle minoranze discriminate e bisognose invece di pensare a chi lavora e paga le tasse, ecco che allora la nostra libertà è in pericolo. E così noi stessi!

Perché non saremo più riconoscibili, non sapremo più chi siamo, non potremo più aggrapparci alle nostre certezze, perché noi esistiamo solo quando riusciamo a impedire agli altri di fare qualcosa che non condividiamo, anche se quel qualcosa è dannatamente importante per loro e troppo distante da noi per comprenderlo… ma se ci togliete questa libertà nulla avrà più senso e spariremo tutti, in una zaffata di farina di grilli bio.

Buona giornata a chi si è riconosciuto solo nei pori grilli e al massimo nella carbonara.

(Tratto da Francesco Cardarelli: “La libertà nell’alfabeto disfunzionale” edizioni mentali, 2023)

Springin’

21 Mar

Oggi è la giornata internazionale della primavera, si festeggia da quando il giorno e la notte ebbero la stessa durata, i fiori sbocciarono, gli allergici starnutirono e tutti gli animali e vegetali – e sicuramente in qualche modo anche i minerali – incrementarono sensibilmente la loro voglia de scopa’.

Solo che nel Fuckin Nordeuropa si vede che non gliel’hanno detto e fuori fa freddo, il cielo è bianco e piove.

La primavera allora va ricercata pazientemente all’interno di sé stessi, nei ricordi colorati degli anni passati, negli odori di rinascita della natura, negli sguardi delle sconosciute in minigonna, nei pollini dispersi nell’aria e nelle nari o, se tutto questo non dovesse bastare, in forti dosi di droghe psicotrope.

Buona primavera a chi rinasce ogni giorno, poi si guarda intorno e si chiede ma chi me l’ha fatto fare.

Immobilismi scorrevoli

26 Gen

Ti capita mai di avere la sensazione di non stare facendo niente della tua vita?

Di essere rimasto immobili per un sacco di tempo? Tipo da quel giorno in cui uscivi dalla gelateria col cono gigante e quando stavi per leccarlo esso cadeva e si spappolava sull’asfalto. Avevi otto anni ma portavi già i baffi ed eri fidanzato con una barista cinquantenne. O forse i ricordi sono falsati. Anche perché i gusti del gelato erano proprio “asfalto e baffi” quindi sicuramente non sono ricordi credibili.

Però ad un certo punto ti fermi stanco, per riprenderti un po’ e per riposare la schiena e capita che ti guardi indietro. E vedi che invece di cose ne hai fatte tante. Non sempre bene, non sempre volute, ma comunque non sei mai stato immobile.

E’ proprio impossibile stare immobili in un mondo che gira su se stesso e pure intorno al sole, con le stagioni che si susseguono saltando le mezze, con l’anidride carbonica che danza sempre più numerosa nell’aire alzando lentamente le temperature fino ad un punto di rottura che siamo tutti curiosissimi di sapere quale sia, con la Storia che va all’indietro o comunque ha ricominciato il ciclo cupo e reazionario, con i giovani che potrebbero cambiare tutto ma purtroppo i nuovi adulti e i nuovi vecchi non glielo lasciano fare perché hanno dimenticato cosa sono i sogni e come si usa l’immaginazione, con le mode che tornano senza che nessuno le abbia chiamate, con i Pooh che si riuniscono che invece vorrei sapere chi è che li ha chiamati, con tante cose belle che succedono mentre sui giornali si leggono solo quelle brutte nemmeno iddio sa perché, con innovazioni tecnologiche incredibili che chiamano progresso ma sembrano trappole, con una lista che potrebbe durare all’infinito ma il manager mi ha detto che mi devo regolare sennò perdo i fans e comunque è solo per dire che mentre panta rei, cioè tutto scorre (che so che lo sai ma magari quell’altr@ non lo sa), panti pure te.
Cioè no, rei pure te.

Insomma scorri pure te, come un fiume in piena, sia dentro che fuori, anche se non te ne accorgi. Non che sia un bene o un male, non ha senso cercare sempre il bene e il male: semplicemente è.

Come un gelato all’asfalto caduto sull’asfalto.

Buona scorsa a chi si immerge due volte nello stesso fiume e ci fa pure la pipì.