AI PAPÀ

20 Mar

Riciclo, con un giorno di ritardo.

Ràngolo dello scrittore

2 Feb

(Che poi è un vergognoso copiancolla dello status di feisbuc di ieri)

Ultimamente provo a scrivere cose che poi strada facendo si trasformano in altre cose super complicate e mi rendo conto che avrei bisogno di un intero libro per eviscerarle completamente ma sarebbe un libro noiosissimo che nessuno leggerebbe o magari lo leggerebbero pure e potrebbe anche essere interessante per qualcuno ma alla base nessuno lo pubblicherebbe e di conseguenza nessuno lo potrebbe leggere ma soprattutto man mano che il concetto iniziale si trasforma in un discorso iper complesso finisce che pure io mi ci perdo e se volevo dire A mi accorgo che forse però anche B ha senso e insomma la semplicità non esiste, il bianco e nero neanche, ma manco si può stare a dare credito a tutti anche perché quelli che danno troppo credito a cose che sono
A) insensate;
B) false;
C) palesemente sbagliate;
sono quelli che stanno rovinando il mondo, nonché i social.

Quindi alla fine non scrivo e mi rangolisco, perché pare che nessuno voglia capire che basterebbe distruggere il neoliberismo fascistizzato per risolvere tutto e stare bene tutti e invece stiamo qui ad alimentarlo sbadatamente e intanto i fascisti stanno conquistando il mondo mentre le temperature aumentano.

Dannatamente semplice

28 Dic

Si starà meglio quando si starà peggio?

Prima il futuro era più roseo, ora è tutto così grigeo che la speranza col fatto che era l’ultima a morire ha deciso di suicidarsi. Si è chiusa nel box col motore acceso ma l’auto era elettrica. Si è sdraiata sui binari ma i treni si sono scontrati prima di raggiungerla. Ha provato la grande abboffata ma era un ristorante vegano. Alla fine ha perso la speranza. E la vita ha pareggiato.

Eppure ci sono così tanti modi di morire, tipo partire dal proprio paese per andare verso un futuro migliore (che era meglio nel passato ma i barconi che viaggiano nel tempo ancora non li hanno inventati – e qui ne brevetto l’idea per un romanzo sociofantasy), tipo essere donna e incontrare l’uomo sbagliato anche se però magari se non mettevi la minigonna e anzi te ne stavi a casa manco ti succedeva niente, tipo nascere in un paese dove i vicini hanno il sacrosanto diritto a difendersi e dopo aver occupato, saccheggiato e oppresso il tuo paese per anni ora stanno cercando direttamente di sterminarvi ma non si può dire perché sennò sei come i nazisti e devi capire che ci sono stermini giusti e stermini sbagliati, come le guerre, le discriminazioni e le violenze in generale, tipo andare a lavorare in Italia, tipo essere un essere umano come qualsiasi altro ma non avere diritto ad una casa o al cibo nonostante tu viva in una società che si auto definisce civile e pensa che non esista nulla meglio di sé stessa.

Ci sono infiniti modi per morire, e anche inifiniti modi per vivere. Qualcuno diceva vivi e lascia vivere, qualcun altro vivi e lascia morire, qualcun altro ancora muori e vivi lasciando, ma infatti quest’ultimo non ha fatto tanto successo.

Tra vivere e morire ci passa una vita intera e la vita non è né bella né brutta, è quella che è. Siamo noi semmai, nei limiti delle nostre possibilità, a darle una direzione verso questo o quello. E se per il nostro bene c’è qualcuno che deve stare male allora forse è il caso di cambiare direzione.

Per ritrovare la speranza in un’umanità che ha talmente perso il senso della natura e di sé da ricercarlo in un’intelligenza che non è nemmeno vera: è artificiale.

Se avete dubbi chiedete a me, è tutto dannatamente semplice, per stare bene servono tre cose: mangiare, bere e fare all’amore. Tutto il resto è fuckin’ bizness.

Buon anno a chi ancora si ricorda chi voleva essere e cerca disperatamente di diventarlo. E vaffanculo a tutti gli altri.

AI AI AI

17 Ago

Alcuni discepoli mi hanno chiesto cosa penso dell’intelligenza artificiale: se la vedo come un’opportunità per far si che finalmente l’umanità si estingua del tutto o al contrario una trappola tecnologica per perpretare questo accanimento terapeutico che chiamiamo con nomi fantasiosi tipo transizione verde inclusione sociale politically correctness uguaglianza fratellanza libertanza a casa loro respirazione addominale organic bio vegan locale km0 un metro e mezzo massimo allevato con massaggio alle palle buonismo universale razzismo con la pelle degli altri accoglienza postuma app per disintossicarsi dal cellulare sigarette elettroniche per smettere di fumare investimenti per combattere il capitalismo armamenti per far finire la guerra e però non si può più dire niente due pesi e due misure ho fatto due e mezzo lascio?

Non essendo io un bravo guru, soprattutto quando sto in vacanza, ho pensato di chiedere consiglio a ChatGTP che però stava in vacanza pure lui in un resort per robot senzienti a battere i pezzi ad Alexa e mi ha detto di chiedere a Siri che però mi consuma troppi dati e quindi la lezione di oggi è che a volte è più importante porsi tante domande che trovare una sola risposta.

Anche perché una sola risposta non esiste, mentre la continua ricerca di essa è il senso istesso della vita.

Dopo questa massima universale all’aria fritta posso tornare allo stato di trance meditativo fino a raggiungere la levitazione per levitare fino al bar e chiedere telepaticamente una Corona sale e limone.

Buona giornata a chi l’intelligenza la preferisce naturale e per non consumarla la usa pochisssimo.

Voices

6 Giu

Ci sono volte in cui senti che devi assolutamente fare una cosa ma c’è una vocina dentro che ti dice lascia perdere fai qualcos’altro.

Ma tu niente, devi decidere tu quello che va fatto, non sarà certo una vocina dentro che può dirti cosa fare, tu non prendi ordini da nessuno se non da te stesso. La vocina allora ti dice ué professo’ p’cché ‘nvece si siend’ na vucina rind’ a capa chi cazz’è? A ualler’ ‘e nonno ‘ngopp a stucazz’? La volgarità gratuita ti ha sempre infastidito quindi senza nemmeno sforzarti di capire cosa abbia detto te la prendi con la vocina cercando comunque di mantenere l’aplomb, ribadendole che tu sei libero di fare quello che vuoi, che non intendi rispondere alle provocazioni e soprattutto che non capisci il napoletano. Quella riprende e dice guarda magari abbiamo iniziato col piede sbagliato ma non puoi parlare di “te stesso” mettendo a tacere le vocine che hai dentro: te stesso è composto da tutte le vocine, a volte ne ascolti una a volte un’altra, ma ognuna di esse è parte integrante di te stesso. Pensi che il discorso fila e che quindi forse è il caso di ascoltare anche un’altra campana oltre a quella che diceva di fare assolutamente quella cosa mentre un’altra vocina ancora si sta domandando perché minchia dovresti avere una vocina che parla napoletano e a quel punto esce quella che dice ah perché sei uno di quelli che dice ah i napoletani, ah i romani, ah gli immigrati, ah i farmacisti, generalizzando così intere categorie senza analizzare minimamente gli individui e però la vocina che si domandava del napoletano dice ma che c’entrano i farmacisti e poi io ne facevo solo una mera questione geografica e linguistica e le altre due dicono si si vabbè e quella stizzita ma si si vabbè de che aò e insomma alla fine quella cosa che sentivi di dover assolutamente fare nel frattempo l’hai fatta comunque ma ovviamente male perché eri distratto dai tuoi battibecchi interiori.

Ecco.

Buona giornata a chi riesce ad ascoltare solo il proprio cuore perché quest’ultimo è un serial killer di vocine.