Oggi è la festa dell’Europa. Si festeggia il fatto che abbiamo smesso di buttarci le bombe l’uno contro l’altro, ci aiutiamo a vicenda attraverso lo strozzinaggio e soprattutto siamo tutti stretti stretti vicini vicini così quei zozzoni immigrati passano col cazzo.
Per festeggiare meglio è stato indetto un eurogruppo straordinario per la questione greca perché visto che la Storia insegna ma nessuno sta mai attento, la Storia si ripete e stamo da capo a dodici.
Solo che:
A) mi hanno convocato alle 11:30 ma stamattina mentre spiegavo a mio figlio che suo padre è il più fico del mondo tanto non ha metri di paragone mi ha chiamato l’ufficio perché in realtà Padoan sarebbe arrivato alle 11:15, più di un’ora prima del previsto e quindi ho dovuto lanciare Vasco alla mamma ex pallavolista che infatti l’ha ammortizzato con un bagher perfetto e sono uscito in pigiama di corsa senza sganciare la bici dal lampione che ora illumina il vialetto d’ingresso dell’ufficio;
B) il Consiglio siccome è la festa dell’Europa fa un po’ come cazzo gli pare e prima delle 11 non apre le porte;
C) mi scapicollo per le scale sfondando porte a spallate per fare tutte le prove con la regia e riuscire a mandare in diretta il ministro entrante;
D) ci dicono che il ministro ancora non è atterrato e possiamo “fare con calma”.
E) quando tutto funziona e sono prontissimo ci dicono che anzi il ministro non arriva prima delle 15.
Ora sono in pigiama sotto la luce del lampione che si mescola a quella del sole che purtroppo resta fuori dagli edifici a riflettere sul significato di “capo a dodici”.
Buona Festa dell’Europa a chi pensa che senza l’Europa Bruxelles si dissolverebbe in una nuvola di zolfo.
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